In appena 37 anni di vita Vincent Van Gogh è stato capace di eseguire più di tremila tra schizzi, disegni, e dipinti, ed è forse il caso di dire che la pittura del secolo XX perse senza dubbio, con la sua morte avvenuta così prematuramente, uno dei suoi massimi esponenti, un genio che avrebbe ancora potuto dare tanto al mondo dell’arte in generale. Un genio incompreso, tanto incompreso che c’era addirittura chi lo guardava con disprezzo per il suo modo di essere; Van Gogh è sempre stato molto vicino al mondo della povertà, della sofferenza, alla dura realtà dei braccianti agricoli e di quella dei lavoratori delle miniere, tanto per essere chiari.
Eppure il genio olandese non nacque con una fortissima e manifesta predisposizione verso la pittura, la passione gli venne col tempo; disegnava molto, questo si, ma l’idea di voler diventare pittore di professione gli venne soltanto intorno ai 27 anni, realizzando la maggior parte dei suoi capolavori di grande successo nei suoi ultimi 10 anni di vita. Disturbi mentali sempre più frequenti lo condussero alla morte, avvenuta il 29 Luglio 1890 nel piccolo comune francese di Auvers-Sur-Oise.
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