Colazione da Tiffany, un classico che non devi perderti
Bellissimo romanzo ideato e scritto dall’attore, sceneggiatore, e drammaturgo statunitense Truman Capote nel 1958, ‘Colazione da Tiffany’ fu portato sul grande schermo già tre anni dopo la sua pubblicazione, e cioè nel 1961. Fu il produttore e sceneggiatore Blake Edwards, anch’egli statunitense, a dirigere il film e, per iniziare ad effettuare le riprese, la famosa gioielleria (Tiffany & Co.) fu costretta ad aprire per la prima volta nella sua storia di Domenica (esattamente il 2 Ottobre 1960).
Il film non avrebbe avuto così tanto successo se il romanzo da cui fu tratto non fosse stato scritto in modo semplice ed allo stesso tempo sublime. ‘Holly Golightly’ rappresenta infatti un personaggio indubbiamente memorabile; la sua testardaggine, la sua determinazione nel vivere gli istinti, la sua indomabilità che riesce a placarsi solo da Tiffany, sono tutte piccole cose che farebbero innamorare qualsiasi uomo, ma non di quell’amore stereotipato e comune che non lascia nulla, bensì di un amore platonico e profondo, un amore vero come quello di ‘Paul’.
Libro di Colazione da Tiffany
Molte sono le differenze tra il film ed il romanzo di ‘Colazione da Tiffany’, e non si capisce bene se ciò è da attibuire al fatto che Capote sognava Marilyn Monroe come protagonista principale, o a chissà quale altro motivo; fatto sta che Holly viene ‘trattata’ in due modi notevolmente differenti nelle due opere.
Nel romanzo la bella Holly Golightly è una ragazza dolce, sognatrice, caparbia, e la sua vita viene raccontata da un aspirante scrittore suo amico e vicino di casa (Paul Varjak), il quale ben presto si innamora perdutamente di lei, ma non di quell’amore normale e comune fatto di baci, carezze, sussurri sotto un cielo stellato, bensì platonicamente, essendo cioè suo complice nonché miglior amico e confidente; da questo tema si evincono sottili allusioni all’omosessualità del narratore, prima incantato dallo stile di vita della ragazza, e poi distrutto dalla triste verità raccontatagli da ‘Doc’, il marito di lei.
Sinopsi della pellicola
Da un taxi fermo all’angolo della ‘5 th Avenue’ di New York scende con enorme grazia Holly Golightly (Audrey Hepburn), una elegante ragazza così totalmente rapita dalla magnificenza delle vetrine della gioielleria Tiffany che quasi perde ogni cognizione spazio-temporale quando vi si trova davanti; dopo una breve colazione Holly ritorna a casa, dove conosce il suo nuovo vicino, l’aspirante scrittore Paul Varjak, che ben presto s’innamora di lei.
Holly vive da sola con un gatto, al quale non ha mai dato un vero nome (sarà infatti sempre chiamato ‘gatto’) forse proprio in considerazione del fatto che lei si considerava sempre in una fase transitoria della sua vita, e man mano che approfondisce la conoscenza e l’amicizia con Paul inizia ad identificarlo con suo fratello Fred a causa della forte somiglianza tra i due. Una serie di vicissitudini ed avvenimenti allontaneranno in un primo momento i due, che poi si riavvicineranno tempo dopo e vivranno finalmente felici il loro amore.
Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany
Anche se è certo che in un primo momento Blake Edwards aveva optato per Marilyn Monroe come protagonista principale del film, e che rimase molto deluso per non aver avuto la possibilità di contrattarla, la scelta di Audrey Hepburn per interpretare il personaggio di Holly si rivelò senza dubbio azzeccatissima e vincente ma, nonostante il film fosse stato ‘ritoccato’ in alcune sue parti proprio per plasmarle all’attrice britannica, la cosa non fu accettata di buon grado da Capote.
Alcuni personaggi presenti nel romanzo furono rimossi, parole ed espressioni ‘forti’ presenti nel libro furono ‘tagliate fuori’ dal film, altri personaggi ancora furono invece inventati di sana pianta da Edwards…insomma un bell’impasto di fatti e supposizioni intorno a questo film, d’altra parte è normale quando si parla di un Oscar.
Colonna sonora di Colazione da Tiffany
Come sappiamo bene, il successo di un film, o comunque di una qualsiasi rappresentazione che si svolga sul grande schermo o dal vivo davanti ad un numeroso pubblico, assume tutto un altro aspetto se ad accompagnarlo c’è una colonna sonora fatta bene e curata nei minimi dettagli; tra tutti quanti i films che abbiamo visto finora, sicuramente di qualcuno già non ricordiamo il titolo, cosa che succede più difficilmente invece se parliamo di colonne sonore, ovvero basi musicali che rimangono impresse e che addirittura si canticchiano sotto la doccia per anni ed anni.
E’ certamente il caso della ‘cornice musicale’ ideata e scritta dal compositore, nonché arrangiatore e direttore d’orchestra italo-americano Henry Mancini, che nel 1962 fece vincere al film il premio Oscar per la miglior colonna sonora, stazionando per circa tre mesi nella prima posizione della ‘Billboard 200’ (speciale classifica dei migliori 200 albums d’America); la canzone ‘Moon River’ inoltre, scritta dallo stesso Mancini ma con il testo di Johnny Mercer, vinse anch’essa l’Oscar come miglior brano, consacrando così definitivamente il successo del film.